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(Miniere di Arburese)
Miniera di Scivu

Miniera di
Arburese

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La miniera di Scivu (si trova anche il toponimo "Scivo", che in sardo dovrebbe significare "Canale", "Valle") è ubicata a Sud-Ovest rispetto all'omonima spiaggia della Costa Verde (Arbus); in particolare per raggiungerla è necessario abbandonare la strada asfaltata a circa 1 km dalla spiaggia e proseguire per 1,3 km per una strada sterrata che permette di raggiungere un antico villaggio agricolo denominato appunto Scivu.

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Parcheggiata l'auto nel villaggio si intraprende in salita il sentiero per la miniera in direzione Sud-Ovest fino alla falda Nord del monte Punta Genna Bassa, dove si incontrano le discariche minerarie; in realtà segni della presenza della miniera si trovano anche all'interno del villaggio agricolo, dove è presente la polveriera e la casetta del custode, ora inglobate nell'ovile dei F.lli Brodu.

Aggiungiamo che pur essendo conosciuta dai locali come miniera, Scivu rimase sempre un piccolo permesso di ricerca soprattutto per minerali di arsenico.

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La Storia

Nel 1871 viene riportato nella famosa relazione di Quintino Sella il nome di un'esplorazione per minerali di piombo e zinco chiamata per l'appunto Scivu, identificata nella carta mineraria del Sella con il numero 134.

Nel 1880 era vigente un permesso di ricerca per galena argentifera (scivu 1° e scivu 2°), ripreso agli inizi del '900 dalla Ditta Sorrentini.

Il 24 marzo del 1904 venne concesso un permesso di ricerca per minerali di piombo, zinco, argento e pirite.

Dal 1906 risultano nell'area ricerche per minerali di arsenico, che erano ricercati seguendo piccoli filoni quarzosi incassati negli scisti paleozoici e mineralizzati appunto con piriti arsenicali e di ferro con poca galena e blenda.

Nel 1906 vennero eseguiti diversi lavori minerari comprendenti scavi a giorno e gallerie, approfittando anche del prezzo alto dei minerali di arsenico; il filone si dimostrò abbastanza mineralizzato, con una potenza di 0,15 m e il 35% di arsenico.

Negli anni successivi, l'attività di ricerca si presentò discontinua e si alternò a periodi di inattività, fino al 1912, anno in cui i lavori si spostarono nella galleria detta S'Acqua Mala e sul filone omonimo; in questo cantiere si ricercò invano il minerale scavando anche un'altra galleria profonda 25 metri circa, con la quale però non si intercettò il filone mineralizzato.

Nel 1932 con il permesso scivo 2° la Soc. Anonima Commercio Concimi Minerali e Affini ricercava pirite arsenicale: vennero eseguiti i lavori nella regione Pala de Scivo e approfondite le gallerie San Filippo, San Giovanni, San Giuseppe, Sanna e Ryn.

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Nel 1941 la Soc. Anonima Stabilimenti di Rumianca coltivò le lenti di arsenopirite con scarsi risultati e decise di rinunciare al permesso di ricerca.

In tempi più recenti l'area di scivu fu interessata da diverse esplorazioni, che si concentrarono, attorno al monte Punta Cannaiga e al Monte Rana; è infatti del 1956 il permesso di ricerca "Regione Monte Rana" dato al Sig. Domenico Andreucetti di Buggerru per una superficie di 190 ettari.

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Altre ricerche vennero effettuate negli anni '50 dal Sig. Giovanni Filippi il quale estraeva una miscela di minerali chiamata in francese mispickel usata in quel periodo nell'industria bellica, e che corrisponde alla già menzionata arsenopirite.

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Venne inoltre costruita una galleria che aveva sbocco diretto sul mare, e permetteva il carico del minerale direttamente sulle imbarcazioni, in quello che sulla carta viene chiamato Porto Pischera.

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Non lontano dal sito minerario di Scivu, alle falda Sud del Monte Mummullonis (o Mumollonis) era presenta ai primi del '900 un'altra miniera nota come miniera di Su Guardianu. In quest'area come in quella di Capo Pecora furono vigenti dalla fine del '800 diversi permessi di ricerca per galena argentifera e successivamente barite; permessi di Perdas Arbas de sa Gruxi, Capo Pecora, Punta su Guardianu, Su de is Peddis, Manago, Sa Grutta e S'Arrideli.

La Geologia

Dal punto geologico l'area è caratterizzata dal complesso metamorfico paleozoico (arenarie, filladi, scisti), dai graniti ercinici che emergono soprattutto nell'area di Capo Pecora e Punta Mumullonis e soprattutto dall'importante complesso dunale quaternario. I filoni quarzosi mineralizzati sono ospitati all'interno del complesso scistoso.

Ora la miniera di Scivu, risulta abbandonata e conosciuta solo dai pochi pastori della zona; Mettiamo in evidenza la pericolosità di alcuni scavi appartenenti al sito minerario: in particolare una trincea con fornello poco visibile che è stata protetta mediante rete metallica, ma non garantisce la sicurezza per coloro che dovessero avventurarsi nei suoi paraggi.

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I Minerali di Scivu

Arsenopirite, Barite, Calcocite, Caolinite, Elbaite, Galena argentifera, Goethite, Marcasite, Mica chiara, Ossidi di arsenico, Pirite, Quarzo, Scorodite, Sfalerite, Siderite.


Questa scheda è stata realizzata anche grazie al contributo del Sig. Marco Secci e dell'Ing. Giampaolo Orrù.



Bibliografia

Archivio EMSA-Progemisa.

Rivista del servizio minerario: 1906-1907-1908-1909-1912.

SELLA QUINTINO. "Relazione sulle condizioni dell'industria mineraria in Sardegna" - 1871.

SELLA QUINTINO. "Carta Mineraria dell'Isola di Sardegna" - 1870.

STARA P., RIZZO R., TANCA G.A. "Iglesiente - Arburese, Miniere e Minerali, Vol 2" - Edizione associazione e gruppi mineralogici italiani.

FADDA ANTONIO FRANCO "Sardegna, guida ai tesori nascosti" - Cagliari, Ed. Coedisar, 1994.

Foglio Geologico 1:100.000 Capo Pecora-Guspini n. 224-225.

Carta Geologica della Sardegna 1:200.000, 1997.

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