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Fonderia di Fluminimaggiore

Nel 1859 con l'estendersi delle miniere piombifere in Sardegna, si estendeva anche la produzione di minerali poveri, difficilmente esportabili; qundi si pebsò di trattare parte dei minerali prodotti nell'Isola, costruendo degli opifici o fonderie in cui trattare il minerale da spedire all'estero. La costruzione di questi edifici era anche favorita dall'abbondanza di carbone vegetale per alimentare i forni fusori, facilmente reperibile dai rigogliosi boschi che ricoprivano l'Isola in quel periodo.

E' proprio in quegli anni (metà del 1800) che vengono edificate le Fonderie di Domusnovas e Fluminimaggiore, oltre a quella preesistente di Villacidro, che viene riattivata.

La Storia della Fonderia di Fluminimaggiore

L'antica fonderia di Fluminimaggiore sorse, alla periferia est del paese, in un luogo dove erano abbondanti le scorie di fusione prodotte dalle antichi (pisani e romani), che prorpio qui trattavano i minerali estratti dalle miniere vicine. Questo luogo, mantiene tuttora nel toponimo la testimonianza dell'antico passato: si ritrovano infatti in questa zona del paese i toponimi: Sa Funderia, Men'e Ferru e Medr'e Ferru.

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Il primo ad interessarsi delle antiche scorie fu Enrico Serpieri, un impreditore riminese dal passato alquanto movimentato, il quale ebbe l'intuizione di poter gudagnare trattando delle scorie ancora ricche in piombo e zinco, con il vantaggio di non dover estrarre il minerale dalla rocce tramite gallerie, in quanto il minerale era già pronto per essere trattato.

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Enrico Serpieri giunse in Sardegna con il figlio Giovanni Battista nel 1850, chiamato a dirigere la miniera di Gibbas a Villaputzu, per conto della Società dell'Unione. Purtroppo la miniera di Gibbas chiuse intorno al 1555, a causa di problemi di eduzione delle acque, cosicchè il nostro Serpieri pensò ad un'alternativa imprenditoriale.

Egli era a conoscenza della percentuale di minerale ancora contenuta nelle antiche scorie; ad esempio, quelle rinvenute nella località di Grugua contenevano il 40% in piombo. Dopo aver spedito in francia circa 1000 tonn. di scorie della regione di Oridda, per essere analizzate, il Serpieri decise di associarsi con l'imprenditore francese Bouquet, che poteva sostenerlo nell'impresa di edificare delle fonderie in Sardegna.

L'imprenditore riminese assieme ai figli Cinabro e Attilio, iniziò quindi la costruzione della fonderia di Fluminimaggiore, in località Men'e Ferru; questa entrò in esercizio negli anni 1860-61.

La fonderia sfruttava le acque del vicino Rio Mannu per muovere i potenti mantici che alimentavano 4 forni di fusione; in otto mesi vennero prodotti 256 tonn. di piombo, 900 grammi di Argento, trattando 3100 tonn. di scorie e bruciando 620 tonn. di carbone vegetale.

Dal biennio 1860-61 al 1865-66 l'opificio trattò circa 149.439 quintali di scorie, ottenendo 12.529 quintali di piombo che venduti ricavarono 604.852 lire.

Le scorie tratte dal Serpieri arrivavano da Grugua, Arenas, Piscina Morta e Carcinaddas, anche se la maggior parte proveniva dalla regione di Gutturu Pala.

Nella fonderia di Men'e Ferru lavoravano circa una settantina di persone tra uomini, donne e anche ragazzi.

Le ore di lavore erano pari a 12:

Le donne e i ragazzi venivano pagati 1 lira e 20 centesimi.

I fonditori prendevano di più: 2 lire e 75 centesimi.

Il piombo trattato nella fonderia di Serpieri venne spedito, fino a quando risultava economicamente conveniente, in Francia, a Marsiglia dal socio di Serpieri, tale Bouquet. Quando poi limpresa iniziò a presentare delle difficoltà economiche, la fonderia fu chiusa e cadde nell'oblio.

Ora a distanza di 150 anni della fonderia di Fluminimaggiore si è persa ogni traccia; la località che ospitava l'edificio è privato e risulta occupato in parte da nuove costruzioni. Lungo la stradina che dalla via principale si dirige verso il Rio Mannu, possono ancora trovarsi dei piccoli cumuli di scorie di fusione, forse l'unica testimonbianza dell'attività di quell'antico opificio


Bibliografia

SELLA QUINTINO "Relazione sulle condizioni dell'industria mineraria in Sardegna" 1871.

MURTAS ALBERTO e BRUNO "Piccole Antiche Care Miniere...Da Gutturu Pala a S'Acqua Bona" - Quaderni di storia Fluminese n.4 - Carbonia 2000.

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