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(Miniere di Gerrei - Parteolla)
Miniera di Corru Cerbu

Miniera di
Gerrei - Parteolla

  1. Fluminimaggiore
  2. Gonnosfanadiga-Villacidro
  3. Sardegna centrale
  4. Monte Narba (San Vito-Muravera)
  5. Salto di Quirra - Gerrei
  6. Nurra (Alghero) e Planargia
  7. San Vito - Villaputzu
  8. Rio Ollastu (Burcei)
  9. Arburese (Arbus)
  10. Iglesias-Gonnesa
  11. Iglesias-Marganai (Domusnovas)
  12. Monte Arci (Pau)
  13. Sulcis (alto e basso)
  14. Salto di Gessa (Buggerru)
  15. Barbagia - Alto Sarcidano
  16. Gerrei - Parteolla
  17. Monte Albo (Lula)
  18. Silius
  19. Ogliastra
  20. Orani - Nuorese
  21. Sassarese
  22. La Maddalena - Gallura

Il primo a descrivere questa antica miniera è Candido Baldracco nel 1854 il quale dice:"... a circa tre ore di cammino da Sinnai, avvi il monte detto Corru de Cerbu sul di cui dorso orientale ed alla sola altitudine di circa 50 metri dal fondo della valle stessa, trovasi una metallifera massa, o piuttosto filone emergente fra il granito a minuta grana". Il Baldracco afferma inoltre che nella sua visita in tale sito trovò antichi scavi del '700 attribuibili probabilmente al Mandel, il Console Svedese già proprietario della fonderia di Villacidro, nonchè concessionario generale delle principali miniere della Sardegna.

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Nell'area di Bacu Scardu - Corru de Cerbu (o anche Corr'e Cerbu o Correxerbu) si alternarono diversi permessi di ricerca per solfuri di piombo, ferro e rame, a partire dai primi del '900 che non sfociarono mai in una concessione mineraria vera e propria. Oggetto delle ricerche furono due filoni ferrosi incassati tra le arenarie della Formazione di Punta Serpeddì (Ordoviciano superiore) e i graniti Ercinici; tali filoni vennero ricercati mediante gallerie e trincee.

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Dal 1923 al '37 nell'area era attivo il permesso di ricerca di Bruncu sa Mola di proprietà di G. Pinna Ganau per minerali di piombo, zinco, rame e arsenico.

Dal 1937 al '39 il Sig. Arnaldo Zabelli di Roma eseguiva ricerche per solfuri (pirite) in un'area di 90 ettari. Sempre in quegli anni in località Trazzalis venne rilasciato un permesso di ricerca per solfuri di ferro, rame, nickel e antimonio in un'area di 525 ettari.

Nei primi anni '80 i permissionari Mereu P., Simbula D. e Soci di Cagliari detenevano il permesso di ricerca Correxerbu per solfuri vari in un'area di 780 ettari.

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Ora la miniera di Corru de Cerbu risulta totalmente abbandonata; restano a testimonianza della passata attività mineraria, le gallerie (quasi tutte franate) e un edificio, costituito da diversi ambienti, ridotto irrimediabilmente a rudere.

Altre ricerche minerarie alle falde del Monte Serpeddì:

Bruncu su Piccinnu - Su Tuvu; piccolo permesso di ricerca per solfuri attivo dai primi del '900 nei pressi della Chiesa di S. Introxia.

Cuili Batzeris; permesso di ricerca per minerali di piombo, rame e ferro di proprietà della Ditta Mameli A. e Aquenza G. di Sinnai.

Serragu Antiogus - Bruncu Antiogu - Bacu Antiogu; permesso di ricerca per minerali di piombo, rame e ferro attivo negli anni '20 del '900.

Serra de s'Eda; permesso di ricerca ubicato alle falde occidentali del Monte Serpeddì, dove dai primi del '900 si ricercarono minerali di piombo, zinco, rame, arsenico e ferro esplorati mediante trincee e tre livelli di gallerie.

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I minerali di Corre Cerbu

Arsenopirite, Calcantite, Ematite, Epidoto, Gesso, Goethite, Hedembergite.


Bibliografia

Archivio EMSA-Progemisa

Relazione sul Servizio Minerario.

BALDRACCO CANDIDO "Cenni sulla costituzione metallifera della Sardegna" – Torino, 1854.

STARA P., RIZZO R., BRIZZI G. "Sarrabus, Miniere e Minerali" - EMSA, 1993.

Carta Geologica in scala 1:100.000, Foglio n. 226, Mandas, 1959.

Carta Geologica in scala 1:25.000, Foglio n. 557, Cagliari, Progetto CARG - Legge 305/89.

Carta Geologica della Sardegna 1:200.000, 1997.

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