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(Miniere di Iglesias - Marganai)
Miniera di Nebidedda

Miniera di
Iglesias - Marganai

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La miniera di Nebidedda è ubicata a Nord di Domusnovas nella regione dell'Oridda; è possibile raggiungere tale area mineraria sia passando dalla miniera di Perda Niedda, e sia passando da Tinì - Arenas; quest'ultimo percorso permette (partendo da Tinì) di raggiungere l'area mineraria di Nebidedda dopo circa 50 minuti di cammino attraverso un panoramico altopiano coperto di boschi e macchia mediterranea.

La Storia

Quest'area mineraria ubicata nella regione dell'Oridda fu esplorata nel 1807, e ritenuta scoperta dalla Società Sarda Miniere di Tiny e di Nebidedda nel 1872. Dopo alterne vicende (fra cui la vendita all'asta) la miniera fu acquistata dalla Ditta A. Pazzini e L. Pitchen che coltivarono la calamina tramite la galleria Fortuna e gli scavi a cielo aperto Bellavista.

Le mineralizzazioni consistevano in misti ferroso-calaminari ospitati all'interno di cavità carsiche ed in venette mineralizzate a galena e calamine al contatto tra granito e calcare paleozoici.

Nel 1936 la concessione passò alla Società Monteponi-Montevecchio che proseguì la coltivazione fino agli anni '50. Successivamente i lavori furono interrotti e ripresero negli anni '60 quando la miniera pervenne alla SOGERSA prima ed alla SAMIM poi.

Negli anni '70 anche la Società Mineraria Silius si dedicò con scarso successo alla ricerca della fluorite nell'area di Punta su Isteri ed in quella di su Baracconi.

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Quello che resta della modesta attività mineraria è rappresentato da scavi a cielo aperto, piccole discariche di sterili ed imbocchi di galleria quasi totalmente occultati dalla folta macchia mediterranea; gli scavi minerari sono stati recintati e segnalati con cartelli di pericolo.


I minerali di Nebidedda

Cerussite, Emimorfite, Galena argentifera, Grossularia, Quarzo, Smithsonite.


Bibliografia

STARA P., RIZZO R., TANCA G.A. "Iglesiente - Arburese, Miniere e Minerali, Vol 1" - Edizione associazione e gruppi mineralogici italiani.

FADDA ANTONIO FRANCO"Sardegna, Guida ai tesori nascosti" - Ed. Coedisar, Cagliari 1994.

Carta Geologica 1:25.000 Capo Pecora-Guspini, Foglio 224-225.

Carta Geologica della Sardegna 1:200.000, 1997.

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