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(Miniere di Barbagia - Alto Sarcidano)
Miniera di Meana Sardo

Le miniere di
Barbagia - Alto Sarcidano

  1. Fluminimaggiore
  2. Gonnosfanadiga-Villacidro
  3. Sardegna centrale
  4. Monte Narba (San Vito-Muravera)
  5. Salto di Quirra - Gerrei
  6. Nurra (Alghero) e Planargia
  7. San Vito - Villaputzu
  8. Rio Ollastu (Burcei)
  9. Arburese (Arbus)
  10. Iglesias-Gonnesa
  11. Iglesias-Marganai (Domusnovas)
  12. Monte Arci (Pau)
  13. Sulcis (alto e basso)
  14. Salto di Gessa (Buggerru)
  15. Barbagia - Alto Sarcidano
  16. Gerrei - Parteolla
  17. Monte Albo (Lula)
  18. Silius
  19. Ogliastra
  20. Orani - Nuorese
  21. Sassarese
  22. La Maddalena - Gallura

Il territorio di Meana Sardo non è certo noto per i trascorsi minerari, ma forse in pochi immaginano che già da metà dell'800 fu interessato da diversi permessi di ricerca per minerali di piombo, argento, ferro e rame che non passarono mai a concessione per la limitatezza e discontinuità dei giacimenti.

Le ricerche minerarie nel territorio di Meana Sardo più antiche sono descritte da Candido Baldracco nel suo celebre libro; Il Baldracco racconta di essere stato accompagnato dal Cav. Giuseppe Maria Sedda e dal Sig. Luigi Cossu in una località a mezz'ora dal paese, chiamata Gonneri Elia dove erano stati trovati dei frammenti di galena argentifera. In realtà in tale località il Baldracco non trovò la galena, ma individuò degli interessanti filoni baritici nei pressi del torrente Araxiri. Altre due località citate dal Baldracco in territorio di Meana sono quelle di Scala de Accas e Ciniziu.

Nel 1881 è Enrico Vacca Odone a citare le esplorazioni minerarie di sa Paccadorgia Randalu per piombo e argento e ancora Scala Baccas per ferro e antimonio. In realtà tale il primo toponimo potrebbe essere errato, in quanto risulta in quel periodo rilasciato al Notaio Antonio Cadeddu il permesso di ricerca per minerali di piombo e argento dal nome Pausadorgiu, toponimo conosciuto anche dagli abitanti di Meana e riferibile ai dintorni dell'attuale campo sportivo.

Nel 1882 era attivo anche il permesso di ricerca di S. Elias di proprietà di un certo V. Ridi e Soci.

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Nel primo ventennio del '900 erano attivi diversi permessi di ricerca in territorio di Meana Sardo, come quelli di Bruncu Spinavrasa e Serra Baracca della Soc. Toscana Ind. Agr. Miniere per minerali di piombo, zinco e ferro, oltre a quelli di Murisè, Puzzu Arzu e Gennarellia. Questi ultimi due potrebbero essere riconducibili al sito ubicato presso la ex cava di sabbia del paese, in cui sono ancora visibili piccoli lavori minerari come quelli di una galleria, una discarica e un rudere.

Risulta che nel 1912 e 1913 erano già attivi i permessi di ricerca di Sa Pausadorgia e Murisè; nel primo erano state realizzate 2 trincee e una galleria per seguire un filone baritico con stelle di galena, mentre nel secondo i lavori consistevano in esplorazioni superficiali per calcopirite e un ribasso realizzato al livello del rio Murisè

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Il 10 agosto del 1936 venne accordato il permesso di ricerca di Laccè ai Sigg.ri A. Arzuffi e Ing. D. Poggini; tali permissionari ricercarono mediante pozzetti e trincee una mineralizzazione ferrosa impostata tra gli scisti paleozoici.

Nel 1938 il permesso di Laccè passò alla Soc. Anonima Nazionale Cogne che eseguì un rilievo magnetometrico in un'area di 110 ettari. Vennero eseguiti scavi a giorno per 5000 mc, e gallerie per 280 metri che constatarono la qualità della mineralizzazione ma anche la sua discontinuità. In esterno venne installato un tracciato ferroviario, diversi piani inclinati ed un motocompressore da 40 Hp a supporto della perforazione meccanica.

Curioso il racconto fantasioso di un abitante di Meana sull'origine del toponimo di Laccè; egli racconta che l'Ingegnere della miniera, nell'atto di indicare la possibile ubicazione del giacimento ferroso diceva: "là c'è (il minerale)", lasciando a memoria del luogo tale toponimo.

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Altri permessi di ricerca detenuti dalla Soc Cogne erano quelli di Conca in Corru, Serra Strumpu e Lacassè dove vennero realizzati scavi e trincee.

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Dal 1934 al '38 nel territorio era attivo un permesso di ricerca per minerali di rame dal nome Rio Cannas, di proprietà dell'Avv. Arcangelo Marras e Soci.

Più recenti sono le concessioni minerarie per minerali argillosi e caolino di Bruncu Nieddu, Casidargiu-Funtana Medau, Ortuabis e Pranu Laccus.


Ora le piccole miniere di Meana risultano quasi del tutto scomparse e dimenticate dagli abitanti e dall'amministrazione comunale, che con difficoltà hanno memoria di questi antichi trascorsi.


I minerali di Meana Sardo

Andradite, Epidoto, Ferro nativo, Hedembergite, Magnetite, Malachite, Quarzo, Sheelite.


Interpretazione dei toponimi citati nella scheda


Bibliografia

Archivio EMSA-Progemisa

Relazione sul Servizio Minerario: anno 1881-82-1912-13-20-25-34-36-38-40.

BALDRACCO CANDIDO "Cenni sulla costituzione metallifera della Sardegna" – Torino, 1854.

VACCA ODONE ENRICO "Itinerario Generale dell'Isola di Sardegna" - Gia Editrice, 1881.

FADDA ANTONIO FRANCO "Sardegna, guida ai tesori nascosti" - Ed. COEDISAR, Cagliari, 1994.

Carta Geologica in scala 1:100.000, Foglio n. 217, Isili.

Carta Geologica della Sardegna 1:200.000, 1997.

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  2. Fundu e Corongiu e San Sebastiano(Seui)
  3. Laveria San Sebastiano - Corongiu (Seui)
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