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(Miniere di Sardegna Centrale)
Miniera di Monte Zippiri

Le miniere di
Sardegna Centrale

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  3. Sardegna centrale
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  5. Salto di Quirra - Gerrei
  6. Nurra (Alghero) e Planargia
  7. San Vito - Villaputzu
  8. Rio Ollastu (Burcei)
  9. Arburese (Arbus)
  10. Iglesias-Gonnesa
  11. Iglesias-Marganai (Domusnovas)
  12. Monte Arci (Pau)
  13. Sulcis (alto e basso)
  14. Salto di Gessa (Buggerru)
  15. Barbagia - Alto Sarcidano
  16. Gerrei - Parteolla
  17. Monte Albo (Lula)
  18. Silius
  19. Ogliastra
  20. Orani - Nuorese
  21. Sassarese
  22. La Maddalena - Gallura
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La località mineraria di Monte Zippiri si trova tra Vallermosa e Villacidro anche se Quintino Sella la ubica in territorio di Villasor. In questo territorio, gli scisti paleozoici sono attraversati da filoni quarzosi ricchi in piombo, zinco e ferro.

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La Storia

Nel 1868 fu affidata la concessione mineraria alla società inglese Gonnesa Mining Company Limited, rappresentata dall'Ing. Richard White Richard; l'area comprendeva 299 ettari in territorio di Villasor e vi si coltivavano filoni di quarzo e barite con galena in noccioli e in vene.

La coltivazione mineraria si presentò da subito difficoltosa, principalmente per due motivi: il primo era legato alla natura stessa dei filoni mineralizzati ed al relativo processo minerario che a quei tempi rendeva molto difficile la separazione della galena dalla barite. Il secondo era legato al clima torrido durante l'estate che costringeva la società a sospendere i lavori durante tale periodo; di contro durante l'inverno, erano presenti notevoli difficoltà per l'eduzione delle acque, che costringevano al continuo utilizzo di pompe.

Fu installata una piccola laveria meccanica che permise tra il 1862 e il 1867 di produrre circa 9000 quintali (900 tonn.) di galena e cerussite per un valore in lire pari a 207.702.

Nel 1872 la miniera passò alla Italien and Spanish Mining Compagnie Limited e nel 1908 alla Societè G.B and C.

Nel 1883 la concessione passò agli Eredi di Luigi Mancosu, cioè alla Moglie, ai Figli e al Reverendo Francesco Sollai. Nel 1911 la miniera era invece esercita dall'Ing. L. Piga.

Nel 1929 la miniera passò alla Soc. Monteponi, ma solo nel 1933 vi fu la rinuncia alla concessione. Durante questo periodo si lavorò a Pozzi Speranza, Santa Barbara, della Piana e Normann e nelle gallerie Traversa, Santa Barbara, Monte Tabua e del Coniglio. Nonostante le difficoltà si constatò che il filone NE-SW era ben mineralizzato a galena in ganga baritica-quarzosa con potenza di circa 60 cm.

Nei primi mesi del 1944, un reparto militare francese posizionò il proprio campo base nei pressi di Acquacotta-Monte Zippiri. Il contingente francese faceva parte, assieme a quello americano, del gruppo alleato che occupò tutta l'area dell'Aeroporto di Trunconi (Villacidro), dopo l'abbandono da parte dei tedeschi. Si dice inoltre che durante il secondo conflitto mondiale, le case operai della miniera vennero utilizzate dall'esercito inglese stanziato in quell'area.

Dal 1946 al '55 fu rilasciato un permesso di ricerca per piombo, argento, zinco, ferro e bario agli Eredi Russo Giuseppe, i quali concentrarono i lavori nel Cantiere Garibaldi dove il filone principale era coltivato attraverso 4 livelli di gallerie. Erano inoltre attivi i Pozzi Santa Barbara e Dei Romani, i quali nel 1954 furono svuotati rispettivamente per metri 12 e 14. In questo periodo vennero asportate un migliaio di tonnellate di barite e qualche decina di tonnellate di piombo.

Dagli anni '70, prima i Fratelli Locci Srl poi la Bariosarda SPA (primi anni '90) ricercarono barite nella vasta area che comprendeva i Cantieri di Monte Zippiri, Monte Zippireddu, Tabua, Sa Matta de S'Ollastu, Niu Crobu, Cuccuru su Suergiu e Canali Trottu.

Ora l'area ricade all'interno di un'azienda zootecnica e risulta oramai abbandonata e lontana da qualunque tipo di valorizzazione.

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I minerali di Monte Zippiri

Anglesite, Barite, Cerussite, Cinabro, Galena Argentifera, Limonite, Mercurio.

Altre località minerarie limitrofe

Monte Niu Crobu (antica miniera presso M. Zippiri, la cui unica testimonianza è data da un rudere occultato tra la macchia).

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Su Shrobeddadroxiu - Sa mina (Vecchia coltivazione di Ferro e Molibdeno in territorio di Uta).

Monte Arcosu (Vecchie ricerche di minerali di uranio lungo il Rio Sa Spendula in territorio di Uta).

Altri permessi di ricerca limitrofi per piombo e bario:

Monte Olioni - Sa Conca e Su Giudeu - Sa Matta de S'Ollastu - Gora Tabùa - Acqua Callenti.


Bibliografia

Archivio Emsa-Progemisa.

FADDA ANTONIO FRANCO "Sardegna, guida ai tesori nascosti" - Cagliari, Ed. Coedisar, 1994.

SELLA QUINTINO "Relazione sulle condizioni dell'industria mineraria in Sardegna" 1871.

Carta Geologica 1:25.000 Capo Pecora - Guspini, Foglio 224 - 225, 1971.

Carta Geologica della Sardegna 1:200.000, 1997.

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