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(Miniere di Sardegna Centrale)
Miniera di Pitzu Lacana e Terra de Cresia (Sardara)

Miniera di
Sardegna Centrale

  1. Fluminimaggiore
  2. Gonnosfanadiga-Villacidro
  3. Sardegna centrale
  4. Monte Narba (San Vito-Muravera)
  5. Salto di Quirra - Gerrei
  6. Nurra (Alghero) e Planargia
  7. San Vito - Villaputzu
  8. Rio Ollastu (Burcei)
  9. Arburese (Arbus)
  10. Iglesias-Gonnesa
  11. Iglesias-Marganai (Domusnovas)
  12. Monte Arci (Pau)
  13. Sulcis (alto e basso)
  14. Salto di Gessa (Buggerru)
  15. Barbagia - Alto Sarcidano
  16. Gerrei - Parteolla
  17. Monte Albo (Lula)
  18. Silius
  19. Ogliastra
  20. Orani - Nuorese
  21. Sassarese
  22. La Maddalena - Gallura

Miniera di Pitzu Lacana

Ubicata a breve distanza dal complesso termale di Santa Maria Acquas, a Nord del colle di Monreale, questa antica miniera era in attività nel 1923 per la coltivazione di minerali di Piombo e Argento. In questa mineralizzazione filoniana era presente anche fluorite ma solo come ganga.

In tale area erano inoltre presenti già nel 1885 2 permessi di ricerca per minerali misti denominati Santa Maria Acquas e Corongiu Crobu, rilasciati a a A. Biggi e Soci e a L. Podestà e Soci.

Nel 1936 il permesso di ricerca Pitzu Lacana per minerali di piombo e argento passa dal Sig. Giuseppe Rodriguez al Sig. Filippo Minghetti.

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Nel 1938 il permesso passa al Soc Montevecchio, la quale costruisce la linea elettrica, una forgia, un argano elettrico. Il minerale estratto viene cernito e successivamente trattato con i crivelli inglesi e tedeschi all’interno di una laveria.

Nel 1937 14 persone lavorano nella miniera e sono: il Capo Servizio Aru Giuseppe, il sorvegliante Lovat Angelo, 6 minatori-armatori, 1 fabbro-conduttore e 5 manovali.

Nel 1940 il permesso viene restituito ai Rodriguez.

Delle antiche strutture minerarie, rimangono in piedi solo alcuni ruderi attribuibili alla laveria, agli uffici ed alla direzione della miniera, oltrechè qualche imbocco di galleria ed il pozzo, ora utilizzato come riserva d'acqua.

L'intero sito è oramai di proprietà di un privato, onde percui non è consigliabile avventurarsi senza permesso.

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Miniera di Terra de Cresia

Il permesso di ricerca per questa area mineraria risale al 1950, e fu accordato al Sig. Eugenio Vacca, per la ricerca di fluorite. In quell'anno con l'ausilio di 2 operai coltivò in tricea un filone affiorante e produsse 85 tonnellate di fluorina. Furono effettuati anche un pozzetto profondo 13 metri e svariati scavi in trincea.

Nel 1954 la Società Monreale, proprietaria della limitrofa miniera di Monreale, in corrispondenza di due filoni di fluorite eseguì degli scavi in trincea. Il filone orientale risultava potente 1,20 metri era costituito da Barite, Fluorite e Silice, con tracce di Malachite e Azzurrite.

Nel 1956 la società Monreale proseguì lo scavo di una galleria in direzione di un filone fluoritico, nonostante la mineralizzazione iniziasse a presentarsi discontinua.

E' facile accorgersi della presenza di questi scavi minerari, in quanto la nuova statale 131 vi passa a brevissima distanza, all'altezza del paese di Sardara.

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Bibliografia

SCANU MASSIMO "Ricostruzione storica delle miniere di Monreale e Perda Lai e ipotesi di progetto per la riqualificazione a fini turistici" - Tesi di laurea in Ingegneria per l'Ambiente e il Territorio (Indirizzo Georisorse) V.O.

Carta Geologica Capo Pecora - Guspini 1:25.000 , Foglio 224 - 225.

Carta Geologica della Sardegna 1:200.000, 1997.

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