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La misteriosa miniera di Santa Bra (o Santa Brà) è ubicata nella periferia meridionale del paese di Giba, in pieno Sulcis; pur essendo quasi del tutto sconosciuta tale miniera occupava una vasta area montuosa, delimitata a nord dalla strada Giba - Piscinas, ad ovest dalla strada Giba - Masainas, ad est dalla valle di Gutturu Axiu e a sud dall'omonima punta. Le alture di Serra Mura e Serra Manna erano comprese in parte entro il perimetro della miniera. Nonostante la prossimità ai paesi di Giba e di Masainas, tale miniera risulta sconosciuta ai più. La Storia La storia di tale miniera inizia nel 1902, quando venne presentata la domanda di dichiarazione di scoperta da parte della Soc. Vieille Montagne relativa alla località di Santa Brà, in territorio di Masainas - Villarios; Il 25 febbraio dell'anno seguente venne richiesta la concessione mineraria da parte dell'Ing. Gustavo Cappa, responsabile della Soc. Vieille Montagne. La concessione venne rilasciata nel 1904, riguardava i minerali di piombo e zinco e comprendeva un'area di oltre 398 ettari, in una vasta zona montuosa a sud di Giba. La Società concentrò i lavori in 3 cantieri principali: Cantiere di Su Scrau Mannu; Cantiere di Maferu; Cantiere di Santa Brà. Il cantiere di Su Scrau Mannu era il più meridionale e comprendeva 3 scavi che ricercavano il filone mineralizzato a galena, carbonati di piombo e calamina. Gli scavi consistevano in qualche pozzetto, fornelli e gallerie. Il cantiere Maferu era ubicato sulla falda orientale del monte Serra Mura e ricercò in sotterraneo la mineralizzazione mediante 3 livelli di galleria, comunicanti con l'esterno mediante traverse. Grazie a tali lavori fu possibile delimitare la mineralizzazione per oltre una cinquantina di metri, evidenziando 1000 tonnellate di calamina. Il cantiere di Santa Brà, ubicato alla periferia sud di Giba, consisteva principalmente in una galleria (direzione Nord-Sud) che seguiva per circa 80 metri un filoncello mineralizzato a blenda e galena. La galleria è ancora visibile per coloro che dovessero percorrere la valle del Rio Gutturu Axiu; all'ingresso settentrionale di tale valle, sopra una collinetta, è possibile scorgere i resti un'antica abitazione, probabilmente appartenente alla miniera. Risulta alquanto misterioso il fatto che nonostante i promettenti risultati dati dalle analisi dei campioni di minerale la miniera di Santa Brà venne presto abbandonata, solo pochi anni dopo la sua scoperta. La Geologia ed i Giacimenti L'area mineraria di Santa Brà è compresa tra le alture calcareo-dolomitiche di Serra Mura e Serra Manna poggianti a loro volta sugli scisti paleozoici: entrambe le litologie sono ascrivibili al cambriano e lungo il rio Gutturu Axiu, presso il cantiere di Santa Brà è presente il contatto fra gli scisti ed i calcari. Altre litologie di natura vulcanica affiorano nell'area in esame, come le andesiti ed i basalti del ciclo calco-alcalino oligo-miocenico. I giacimenti su cui si svilupparono i lavori della miniera di Santa Bra erano costituiti da lenti e filoncelli ospitati entro i calcari e mineralizzati a galena, cerussite, smithsonite e calamina. La miniera di Santa Brà risulta completamente abbandonata e soprattutto dimenticata. E' stato arduo reperire le notizie e riscoprire i pochi segni del passato di questo antico sito minerario; effettivamente poco è rimasto dell'attività mineraria, ma soprattutto sconcerta il fatto che nulla sia rimasto nei ricordi degli abitanti e nulla si è fatto per salvaguardarne la memoria storica. Questa pagina dedicata, vuole essere un punto di partenza per la riscoperta di questa misteriosa area mineraria sarda. I minerali di Santa Brà Calamina, Cerussite, Galena, Sfalerite, Smithsonite. Bibliografia AUTORI VARI "Rivista del Servizio Minerario" - Anni: 1902-03-04, Associazione Mineraria Sarda, Iglesias. FADDA ANTONIO FRANCO "Sardegna, guida ai tesori nascosti" - Ed. COEDISAR, Cagliari, 1994. "Commissione parlamentare d'inchiesta sulla condizione degli operai delle miniere della Sardegna" - Vol. 4, Parte 6, n. 48, 1911. Carta Geologica 1:25.000 Iglesias, Foglio n. 233, 1938. Carta Geologica della Sardegna 1:200.000, 1997. Questa pagina ? stata visitata 64104 volte |
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