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(Miniere di Sulcis)
Miniera di Mont'Ega

Le miniere di
Sulcis

  1. Fluminimaggiore
  2. Gonnosfanadiga-Villacidro
  3. Sardegna centrale
  4. Monte Narba (San Vito-Muravera)
  5. Salto di Quirra - Gerrei
  6. Nurra (Alghero) e Planargia
  7. San Vito - Villaputzu
  8. Rio Ollastu (Burcei)
  9. Arburese (Arbus)
  10. Iglesias-Gonnesa
  11. Iglesias-Marganai (Domusnovas)
  12. Monte Arci (Pau)
  13. Sulcis (alto e basso)
  14. Salto di Gessa (Buggerru)
  15. Barbagia - Alto Sarcidano
  16. Gerrei - Parteolla
  17. Monte Albo (Lula)
  18. Silius
  19. Ogliastra
  20. Orani - Nuorese
  21. Sassarese
  22. La Maddalena - Gallura

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La miniera di Mont'Ega è ubicata a Nord di Narcao e risulta facilmente raggiungibile da una strada asfaltata che prosegue poi in direzione di Villamassargia. Le grandi discariche minerarie di Mont'Ega sono facilmente visibili volgendo lo sguardo verso Nord, dalla periferia Sud di Narcao.

La Storia

L'area mineraria fu interessata da diversi permessi minerari per piombo, zinco, rame e argento sin dal 1814; ma la presenza di fosse romane e pisane fa presupporre che l'area mineraria fosse nota già in tempi remoti.

Nel 1874 il permesso di ricerca fu affidato al Sig. Gaetano Peluffo il quale, cedette i suoi diritti 10 anni dopo, alla Ditta Alessandro de Stefanis; nel 1893 venne rilasciata la concessione, derivata dalla fusione dei due permessi S’Ega Medau e Perdas Biancas per un’area complessiva di 358 ettari.

La ditta si impegnò a costruire le abitazioni per gli operai e soprattutto a costruire una piccola fonderia. A fine '800 nella miniera erano impiegate 40 persone, il minerale estratto veniva trasportato su carri a buoi sino alla stazione di Siliqua, da lì viaggiava in treno sino al capoluogo.

Nel 1907 la concessione passò alla Società Anonima Magnesio Italiano Sulcis che operava per ricerche di piombo argentifero e barite. La nuova Compagnia era interessata allo sfruttamento della barite, e fu per questo motivo che realizzò un mulino di macinazione presso la stazione ferroviaria di San Giovanni Suergiu; vennero inoltre costruiti edifici amministrativi, case per gli operai e un’infermeria.

Per ciò che riguarda l'area mineraria di Mont’Ega furono eseguiti importanti lavori di esplorazione e realizzate tutte le infrastrutture necessarie: pozzi, fornelli, le case operaie e i magazzini, e fu rimessa in funzione la vecchia teleferica. Inoltre venne costruita una filovia che trasportava la barite dalla miniera sino alla stazione di Narcao; qui furono eretti dei silos per il deposito della barite, della capacità di 400 tonnellate. Dalla stazione di Narcao la barite giungeva all’impianto di macinazione di San Giovanni Suergiu, eppoi veniva trasferito a S. Antioco per essere trasferito sul continente.

Nella miniera di Mont'Ega erano attivi cinque cantieri: Campo Pisano, Perdas Biancas, La Marmora-Garibaldi, Onnis e Altopiano Casu. L’impianto dello stabilimento fu costruito dalla casa tedesca Humbolt ed era costituito da un frantoio a mascelle , un essiccatore rotativo, un mulino a cilindri, un mulino a silice, 16 macine palmanti, un separatore magnetico, 3 separatori a vento, elevatori ecc.. Inoltre era presente un mulino a palle per la macinazione della barite usata nella fabbricazione del litopone (una miscela di solfato di bario e solfuro di zinco utilizzata per vernici, inchiostri, ecc).

Nel 1935 erano impegnati 30 operai e nel 1937 la Compagnia Chimico Mineraria si fuse con la Società Magnesio Italiano del Sulcis.

Nel 1941 la concessione venne trasferita alla Società Anonima Combustibili Autarchici, che a sua volta operò una fusione con la Società Carbonifera Sarda.

La miniera restò inattiva tra il 1948 e il 1953 a causa della crisi nazionale del mercato della barite.

Nel 1956 la concessione passò alla Società Mineraria Sarda che costruì un nuovo bacino di decantazione degli sterili, che sino ad allora vanivano lasciati scorrere a valle verso l'abitato di Narcao.

Nel 1965 la Mineraria Sarda cedette i suoi diritti alla Società Anonima IMC Italia, che era interessata alla barite per impieghi nelle perforazioni petrolifere. Il tentativo da parte della società americana di attuare un sfruttamento intensivo del giacimento portò svariati problemi con la Regione Sardegna.

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Nel 1972 la concessione di Mont’Ega passò alla Bariosarda Spa, costituita dall’Ente Minerario Sardo nel 1971, per farsi carico delle miniere del settore baritico abbandonate dai privati. Nonostante il giacimento non fosse esaurito la miniera chiuse nel 1999.

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I minerali di Mont'Ega

Azzurrite, Barite, Calcite, Galena, Rosasite, Smithsonite.

Altre miniere

San Simplicio (Perdaxius) - Piccola e sconosciuta miniera di galena argentifera ubicata sull'omonimo colle alla periferia nord ovest di Perdaxius; sono presenti due ruderi ed una galleria cieca (forse una riservetta).

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Peppixedda - Is Pilus (Terraseo) - Antica coltivazione di galena.


Leggi la scheda sulla miniera di Mont'Ega pubblicata nel sito www.sardegnaminiere.it)


Bibliografia

ENTE MINERARIO SARDO "Impianti di trattamento: S. Giovanni, Arenas, Buggerru, Sos Enattos, Barega, Mont'Ega, Monte Tasua".

FADDA ANTONIO FRANCO "Sardegna, guida ai tesori nascosti" - Ed. COEDISAR, Cagliari, 1994.

Carta Geologica 1:25.000 Iglesias, Foglio n. 233, 1938.

Carta Geologica della Sardegna 1:200.000, 1997.

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