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Questa antica miniera di Antimonio richiede una particolare descrizione; infatti essa pur essendo stata una miniera a tutti gli effetti (concessa nel 1894) non risulta segnalata in nessuna carta IGMI e tanto meno descritta in qualche pubblicazione; tale fatto ha causato una notevole difficoltà nell'identificazione dell'area mineraria, che non risulta poi molto lontana dalla più nota miniera di Corti Rosas in territorio di Ballao. La miniera di Sa Mina risulta ubicata a circa 3 km da Ballao, sulle colline a sinistra proseguendo in direzione di Escalaplano e quel che resta delle antiche discariche minerarie è facilmente visibile dalla S.P. 22. Per raggiungere i cantieri minerari è necessario prendere la strada sterrata per il Monte Bruncu Bonifacio, la quale intercetta la S.P. 22 dopo 2,7 km da Ballao; una volta imboccata la strada sterrata si mantiene la destra e ci si immette nella stretta valle di Saccui, dove se non si dispone di un fuoristrada conviene parcheggiare la macchina e proseguire a piedi. Da questa valle è possibile raggiungere tutti i cantieri minerari ed anche i pochi ruderi rimasti dell'antica miniera. Dell'antica miniera restano diverse gallerie, alcuni saggi, con relative discariche di sterile, la polveriera parzialmente interrata ed il rudere della casa del custode posta in posizione panoramica a quota 232 m. La Storia Le prime notizie relative alla miniera di Sa Mina ce le offre Alberto Della Marmora nella terza parte del suo Viaggio in Sardegna, del 1852, indicando una miniera di antimonio in territorio di Ballao: Egli dice: "La cosa più notevole dei dintorni di Ballao è la vena di antimonio che si trova a mezz'ora di distanza dal villaggio, in un luogo detto Sa Mina e anche Su Carraxiu. Quando abbiamo visitato questo luogo nel 1827, i lavori di ricerca erano abbandonati...le ricerche in questo giacimento sono state riprese parecchi anni dopo...". Apprendiamo da Candido Baldracco che quando egli all'inizio dell'800 visitò la miniera, i lavori di ricerca erano fermi da tempo; infatti lo stesso Baldracco, tramite le lettere del Cav. Belly ci dice che già intorno al 1720 la miniera era stata coltivata con profitto da un tale Sig. Marchese Villaclara, feudatario del villaggio di Pauli Gerrei (l'attuale San Nicolò Gerrei) deceduto poi nel 1820; lo stesso Cav. Belly in una lettera del 1766 afferma che la miniera risultava molto promettente, disponendo di un giacimento superficiale di antimonio solfurato con argento, facile da scavare e da trasportare mediante una mulattiera distante 8 ore dal più vicino porto. Per avere però notizie più precise è necessario risalire fino alla fine dell'800 quando la miniera venne dichiarata scoperta, e più precisamente, il 12 dicembre del 1891. Nel febbraio del 1894 la miniera venne concessa ai Sigg. Ashley Ponsonby e Henry Ryan Lewis; probabilmente però la coltivazione fu molto discontinua, tanto che nel 1907 la concessione venne revocata. In quegli anni la concessione venne prima ceduta ai Sigg. James Hilleard e Walter William Griffiths e poi con decreto del 9 agosto 1907 del Tribunale Civile di Cagliari passò al Sig. Elia Valsena. Nel maggio del 1929 la miniera passò all' Ing. Cav. Alessandro Delfino. Nel 1939 la concessione venne definitamente revocata. Negli anni '70 l'intera area a Nord di Ballao (comprendente le località: Metzeu - Corongiu Melas - Margaida - Cuccuru e Domu - Genna Ucci - Bruncu Grisaioni - Monte Maraconis) faceva parte del permesso di indagine "Monte Nieddu", intestato alla RI.MIN. S.p.A., confinante con la Concessione Mineraria "Corti Rosas" della A.M.M.I. S.p.A. Ora la miniera di Sa Mina risulta totalmente dimenticata e le poche testimonianze dell'antica attività mineraria risultano quasi del tutto scomparse; tra le strutture presenti segnaliamo la presenza di una polveriera interrata, occultata da una folta vegetazione che presenta i segni di una cinta muraria che la proteggeva; risulta ancora in piedi la casetta del custode, posta in posizione panoramica presenta nella parete rivolta a nord una piccola apertura da cui il custode poteva monitorare l'ingresso della polveriera ed eventualmente inserire il fucile per allontanare i malintenzionati. Riteniamo che una miniera così antica meriti un'attenzione maggiore, anche se l'esempio della vicina miniera di Corti Rosas, non fa presagire nulla di buono; quest'ultima infatti dopo essere stata parzialmente riqualificata qualche anno fa con grande dispendio di risorse da parte del Parco Geominerario si trova nuovamente in stato di abbandono. I Minerali di Sa Mina Antimonite, Calcite, Scheelite, Valentinite. Bibliografia Associazione Mineraria Sarda. Archivio Massimiliano Carboni. BILLOWS E. "I Minerali della Sardegna ed i loro giacimenti" - Cagliari, 1941. BALDRACCO CANDIDO "Cenni sulla costituzione metallifera della Sardegna" – Torino, 1854. FADDA ANTONIO FRANCO "Sardegna, guida ai tesori nascosti" - Cagliari, Ed. Coedisar, 1994. ATZENI PAOLA "Tra il dire e il fare: Cultura materiale della gente di miniera in Sardegna" - CUEC, 2007. SELLA QUINTINO "Relazione sulle condizioni dell'industria mineraria in Sardegna", 1871. Carta Geologica 1:25.000, Foglio 226 Mandas, 1959. Carta Geologica della Sardegna 1:200.000, 1997 Questa pagina ? stata visitata 64279 volte |
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