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L'antica Cava di granito di Cala Francese è ubicata ad Ovest rispetto alla cittadina turistica di La Maddalena, e la visita a questo sito è fortemente consigliato a tutti coloro che volessero approfondire una parte di storia poco nota dell'Isola Sarda. La gallura, regione del Nord della Sardegna non è sicuramente nota per i trascorsi minerari ma l'estrazione del marmo, delle pietre da taglio e soprattutto del granito ha caratterizzato nel passato, ma anche nel presente questa parte di Sardegna. La Storia Le cave di granito di Cala Francese cominciarono ad essere coltivate in maniera molto primitiva sin dal 1860; nel 1870 la Banca di Costruzioni di Genova intuendo il valore e la qualità di quel particolare granito divenne proprietaria della cava; si iniziò subito a cavare il granito con risultati ottimi dal punto di vista economico e vennero edificati anche gli alloggi per gli operai ed una palazzina per la direzione. I blocchi estratti in questo periodo servirono per completare i palazzi e la pavimentazione di via Mazzini e via Roma a Genova. Le Cave erano situate in località Nido dell'Aquila - Cala Francese, in un territorio caratterizzato dal granito, dalla macchia mediterranea e dgli splendidi colori del mare sardo; l'area occupata dalle cave era di circa 250.000 mq, con quota massima pari a 43 m. slm. Il primo nucleo granitico che fu cavato, si trovava in riva al mare, laddove la cava si presentava a forma di anfiteatro; questo sito era inoltre particolarmente indicato per l'approdo e l'ancoraggio delle imbarcazioni in quanto protetto dal promontorio di Nido d'Aquila e dall'Isola di Spargi. Seguì quindi un periodo di flessione degli affari che costrinsero la Banca di Costruzioni a cedere le cave e gli edifici ai vecchi proprietari; la direzione delle cave venne quindi assunta dall'Ing. Bertlin che nonostante le difficoltà riuscì a portare avanti importanti forniture: il pregiato granito venne richiesto per la costruzione del Ponte Palatino e del Lungo Tevere (a Roma), per il Palazzo della Borsa, gli edifici di Piazza Depretis e via Duomo (a Napoli), e per altri lavori, a Taranto e nella stessa Maddalena. Dopo la morte dell'Ing. Bertlin, vennero prese in affitto dalla ditta F.lli Marcenaro e Grondona di Genova (è il 1898), i quali si dedicarono alla produzione dei masselli (tacchi) per pavimentazioni stradali, considerata la resistenza all'usura del granito. Nel 1901 venne costituita con un capitale di 100.000 lire la Società Esportazione Graniti Sardi, che si assicurandosi la proprietà delle cave poteva essere considerata una delle più importanti industrie estrattive dell'Isola. L'attività estrattiva fu alquanto positiva, visto le commesse che arrivavano sia dal continente che dall'estero; la società dava lavoro soprattutto ad operai Sardi e finanziò la costruzione di nuovi edifici, magazzini e impianti: vennero realizzati serbatoi per l'acqua, una rimessa per la locomotiva e un grande hangar con grue scorrevole per la lavorazione dei grossi blocchi. Nel maggio del 1914 la Società aumentò ulteriormente il capitale a 900.000 lire, rinominando la propria ragione sociale in: Società Esportazione Graniti Sardi e Commercio Materiali da Costruzione in Accomandita. Ora a distanza di quasi un secolo l'antica cava meriterebbe di essere attrezzato per essere visitato dai tanti turisti che affollano l'isola della Maddalena durante le vacanze; segnaliamo il fatto che è presente nell'isola di Caprera un Museo Mineralogico e Geologico: situato nel Centro di Educazione Ambientale del borgo di Stagnali la struttura fu realizzata agli inizi del 900’, e faceva parte dell’ex compendio militare di Stagnali ed ora ospita una ricca collezione di minerali e fossili dell'area. La Cava Villamarina nell'isola di Santo Stefano La cava di Villamarina nell'Isola di Santo Stefano venne aperta alla fine dell'800 dal maddalenino Francesco Susini. Nel 1924 l'imprenditore genovese Schiappacasse acquistò la cava ed investì nella produzione impiegando circa 80 operai. Negli anni '40 durante il governo fascista venne commissionata la statua di Costanzo Ciano, alta 13 metri, realizzata dallo scultore toscano Arturo Dazzi, sarebbe dovuta essere eretta all'ingresso del porto di Livorno; a causa della caduta del governo fascista ('44-45) la statua non venne mai realizzata e rimase abbandonata all'interno della cava. Dopo la seconda guerra mondiale (anni '50) le cave vennero chiuse a causa dell'incidenza dei costi. Ora la cava è di proprietà della famiglia Serra e la statua di Costanzo Ciano, scomposta in 4 parti rimane abbandonata fino a quando il sito non verrà valorizzato dal punto di vista turistico. Il Granito di La Maddalena La qualità, la durezza e la resistenza del granito di Cala Francese è dovuto a diversi fattori, fra cui: il particolare colore rosa-bianco, la grana fina compatta ed omogenea, totalmente cristallizzata e soprattutto priva di parti argillose; inoltre la percentuale di silicio pari al 75% rimanda direttamente alla sua estrema durezza. Da un'analisi sulla resistenza di questo granito si ottennero i seguenti risultati: Resistenza a compressione: 2439 kg/cmq (contro i 1169 del granito di Teulada, o i 590,7 del granito del Limbara); Resistenza media a flessione (6 prove): 198 kg/cmq. Resistenza ad usura per attrito radente: 1,00 mm. Resistenza all'urto: 12 cm. I Minerali della Maddalena Actinolite, Albite, Allanite-(Ce), Almandino, Anatasio, Arsenopirite, Babingtonite, Bavenite, Berillo, Biotite, Bismoclite, Bismutinite, Cabasite, Calcite, Calcioancylite, Calcopirite, Caolinite, Clinocloro, Cassiterite, Clinozoisite, Cosalite, Dravite, Ematite, Epidoto, Fayalite, Ferroaxinite, Ferrorneblenda, Fluorapatite, Fluorite, Galena, Goethite, Grafite, Hellandite, Heulandite, Hingganite, Ilmenite, Julgoldite, Kainosite, Kamphaugite, Laumontite, Lepidolite, Magnetite, Malachite, Microclino, Molibdenite, Montmorillonite, Muscovite, Oligoclasio, Opale, Ortoclasio, Pirite, Powellite, Prehnite, Pumpellyite, Quarzo, Rutilo, Scheelite, Sciorlite, Scolecite, Sfalerite, Stilbite, Titanite, Uraninite, Uranofane, Zircone. Bibliografia Società Esportazione Graniti Sardi di Genova "Il Granito delle Cave di Cala Francese nell'Isola La Maddalena (Sardegna)" - S.A. Imprese Tipografiche - Genova, Novembre 1932. FADDA ANTONIO FRANCO "Sardegna, guida ai tesori nascosti" - Cagliari, Ed. Coedisar, 1994. Carta Geologica 1:25.000, Foglio 167-168, Isola Rossa - La Maddalena, 1959-68. Carta Geologica della Sardegna 1:200.000, 1997. Questa pagina ? stata visitata 67902 volte |
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