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(Miniere di San Vito - Villaputzu)
Miniera di Pedeattu

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  21. Sassarese
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La miniera di Pediattu (ma si trovano anche i toponimi Peddiattu, Peddeatu, Pedeattu, Peddi Attu e Pedi de Attu) è un'antica miniera ubicata a Nord-Ovest rispetto a San Vito; essa è raggiungibile attraverso una strada sterrata percorsa prevalentemente da mezzi fuoristrada, che partendo dalla periferia ovest del paese permette di raggiungere le località di Arcu is Truiscus, Monte Lora, Guardia Lada fino a Sa Perdarba, Bruncu Tiriaxiu.

La Storia

La miniera di Pedeattu risulta concessa già nel lontano 1851 per un'area di 180 ettari alla Società anonima dell'Unione delle miniere Sulcis e Sarrabus; poco tempo dopo la coltivazione venne fermata vista la povertà delle mineralizzazioni e visto il fallimento della stessa società; nel triennio dal 1851 al 1853 vennero comunque prodotti 105 quintali di minerale piombifero per un valore pari a 756 lire.

Altri lavori minerari in tale area vennero realizzati anticamente dai Fratelli Perpignano, i quali realizzarono una trincea lunga 6 metri e profonda 2,5 metri in direzione del filone; gli stessi fratelli Perpignano eseguivano in questo periodo ricerche nella vicina località di Canevrau (o Cannevrau) dove erano stati trovati altri indizi di galena.

Il 26 ottobre del 1866 la miniera passò alla Sig.ra Elena Poinsel per sentenza del tribunale di Genova, ma nel 1899 un'altra sentenza del tribunale affidò le sorti della miniera al Sig. Sereno Manfredi.

Nel 1911 la miniera era di proprietà della Soc. di Malfidano che però rinunciò alla concessione nel 1935

Infine in tempi più recenti l'area di Pedeattu venne incorporata nel più vasto permesso di ricerca detto Bruncu de Forru, di proprietà della Soc. Fluorsarda.

La Geologia

La miniera di Pedeattu coltivava un filone quarzoso mineralizzato a piombo della potenza di circa 1,25 metri incassato nelle arenarie di san Vito; la galena si presentava sottoforma di lamelle o fibre con una piccola percentuale in argento.

Il filone mineralizzato era diretto N70°E, lungo circa 200 metri ed aveva come ganga, quarzo, fluorite e barite; vennero realizzate 4 gallerie che però appurarono ben presto l'antieconomicità della mineralizzazione.

Ora la miniera di Pediattu non è propriamente abbandonata; i suoi ruderi sono stati rinconvertiti in ricovero per le bestie ed al centro di quella che era la concessione ora sorge un tipico Cuile, inoltre la strada di accesso è chiusa da una sbarra in metallo; come spesso accade in Sardegna dove un tempo ricercatori e minatori lavoravano per estrarre il minerale ora pascolano indisturbati soltanto maiali e capre.

I Minerali di Pedeattu

Barite, Calcite, Calcopirite, Galena argentifera, Fluorite, Pirite, Piromorfite, Sfalerite.


Bibliografia

BILLOWS E. "I Minerali della Sardegna ed i loro giacimenti" - Tip. Virgilio Musanti - Cagliari, 1941.

SELLA QUINTINO "Relazione sulle condizioni dell'industria mineraria in Sardegna" - 1871.

BALDRACCO CANDIDO "Cenni sulla costituzione metallifera della Sardegna" – Torino, 1854.

STARA P., RIZZO R., TANCA G.A. "Iglesiente - Arburese, Miniere e Minerali, Vol 3" - Edizione associazione e gruppi mineralogici italiani.

Commissione Parlamentare d'Inchiesta "Sulla condizione degli operai delle miniere della Sardegna" - Vol. 4, Parte 6, 1911.

Carta Geologica 1:25.000, Foglio 227, Muravera, 1956-59.

Carta Geologica della Sardegna 1:200.000, 1997.

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