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(Miniere di Sassarese)
Miniera di Sos Agheddos (Uri)

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La miniera di Sos Agheddos è ubicata alla periferia Sud del paese di Uri e non è l'unica testimonianza mineraria del territorio, visto che dalla metà del '900 furono tanti i permessi di ricerca rilasciati per minerali di manganese, di ferro, argille smettiche e bentonitiche in quest'area della Sardegna. La miniera di Sos Agheddos rimase peraltro un semplice permesso di ricerca che non si trasformò mai in concessione mineraria vera e propria; il cantiere principale della miniera era quello di Sos Agheddos, anche se la Società Breda che per anni detenne il permesso di ricerca aveva altri permessi per manganese nei dintorni di Uri, come nelle località di Scala Cavalli e Su Preideru.

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Per quel che riguarda il toponimo "Uri" si ipotizza che derivi da una matrice Paleoiberica e/o Basca in cui Ur significa "acqua", URIUM "acqua fangosa" che Plinio (Naturalis Historia) attribuisce al linguaggio dei minatori pirenaici. A riprova di ciò anche il fatto che la radice UR- si trova in numerosi idronimi sardi e toponimi sardi prelatini, per cui è abbastanza probabile che significhi "acqua".

La Storia

Nel 1941 erano attivi i permessi di ricerca per minerali di manganese Sos Agheddos e Monte Crasta rilasciati alla Soc. Italiana Ernesto Breda in territorio di Uri-Ittiri. I lavori minerari si concentrarono nelle località Nuraghe Scala, Su Preideru, San Leonardo e San Giorgio dove vennero eseguiti diversi scavi a cielo aperto e pozzetti; Da tali lavori si ebbe una produzione di circa 50 tonn. di pirolusite con un tenore medio al 40% di Mn.

Altri permessi di proprietà della Soc. Italiana Ernesto Breda erano quelli di Miali Ispina e Scala Cavalli in cui nel 1941 venne ricercata la pirolusite con trincee e pozzetti con risultati incerti.

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Nel 1942 la Soc. Breda diede nuovo impulso ai lavori minerari, soprattutto a Sos Agheddos e Monte Crasta individuando interessanti masse mineralizzate a pirolusite; In particolare in località Nuraghe Scala vennero anche intestatate 2 gallerie. Nel permesso Monte Crasta si scavarono nuove gallerie nei cantieri San Giorgio e San Lorenzo dove affiorava un strato di arenaria riccamente impregnata di pirolusite. Altri lavori ed un ribasso vennero eseguiti a Su Preidili. Nel permesso di Scala Cavalli si ebbero risultati incoraggianti dallo scavo di una trincea e di un pozzetto.

Nel 1944 venne completato il collegamento mediante via ferrata tra il ribasso Vittoria e una piccola laveria a crivelli inglesi. Ulteriori lavori vennero effettuati nel permesso Monte Crasta, mentre quello di Scala Cavalli rimase inattivo per mancanza di legname.

Nel 1945 le difficoltà finanziare limitarono i lavori nei permessi di Sos Agheddos e Monte Crasta dove vennero approfonditi i ribassi Vittoria e San Giorgio. I lavori continuarono anche l'anno seguente con risultati positivi.

Nel 1947 proseguirono i lavori in sotterraneo nel permesso di Sos Agheddos che intercettarono 2 falde acquifere e costrinsero la Soc. Breda all'installazione di una pompa per l'eduzione delle acque.

Nel 1948 venne raggiunta la lente mineralizzata S. Rita nel cantiere di Sos Agheddos. In tale cantiere si presentarono problemi di eduzione, mentre nel cantiere San Giorgio il minerale iniziò a presentarsi pulverulento, portando a difficoltà nell'arricchimento mediante crivelli.

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Nel 1948 per problemi di eduzione la discenderia S. Barbara venne utilizzata per raccogliere le acque di una risorgiva. Il cantiere Sos Agheddos venne inoltre dotato di un gruppo elettrogeno da 13 CV e di un'elettropompa da 6 CV da esso azionata. Il minerale estratto dopo una prima cernita a mano e lavaggio a crivello manuale arrivava al tenore di 50% in Mn veniva inviato alla Soc. Superpila di Firenze.

L'anno seguente una delle discenderie del permesso Sos Agheddos venne attrezzata per l'estrazione meccanica del minerale; vennero prodotte 67,6 ton di minerale di manganese (tenore al 50%di Mn), 97 tonn al 40% di Mn e 75 tonn. di manganite (40% di Mn). In tale cantiere erano operati 18 operai per complessive 41.360 ore di lavoro.

Nel 1952 i permessi di ricerca passarono alla Soc. Mineraria e Siderurgica Ferromin che intensificò i lavori minerari facendo costruire una linea elettrica di 1150 metri e una cabina elettrica presso i cantieri; venne inoltre installata una centralina di compressione da 50 CV.

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Nel permesso S.Giorgio la Soc. Ferromin oltre a sistemare la strada di accesso alla miniera costruì un elettrodotto e una cabina di trasformazione da 70 kWh, installò un argano da 12 CV nella discenderia n. 1 e realizzò un locale compressori e un locale officina.

Nel 1954 i lavori di tracciamento del nuovo livello - 100 non diedero i risultati sperati.

Nel 1962 un altro permesso di ricerca dal nome Sos Agheddos venne rilasciato per breve tempo alla Soc. Monte Amiata di Roma per manganese per un'area di 815 ettari.

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La Geologia e la Mineralizzazione

Dal punto di vista geologico il territorio di Uri è caratterizzato da rocce sedimentarie e rocce vulcaniche terziarie. In particolare nella località Sos Agheddos emergono sia le proclastiti di Uri e di Sa Funtanedda, che le rocce sedimentarie della Formazione di Mores, ascrivibili al Brudigaliano superiore.

I giacimenti manganesiferi di Uri rientrano all'interno delle 3 tipologie descritte in bibliografia, e cioè:

Giacimenti in venule e filoncelli irregolari di genesi idrotermale (es. Capo Marargiu,Giolzi Moro, Monte Minerva ecc.).

Giacimenti in ammassi regolari, strati e lenti al contatto tra le vulcaniti e i sedimenti miocenici; questi giacimenti si sono formati a spese dei giacimenti del primo tipo in ambiente marino per arricchimento gravimetrico o per precipitazione di sali di manganese in ossidi stabili (es. Su Tippiri, S'Alghentarzu, Monte Crabarza ecc.).

Giacimenti in noduli di manganese all'interno dei conglomerati miocenici; anche questi ultimi si sono originati a spese di altri giacimenti ed hanno subito un successivo trasporto ed accumulo (es. Monte Minerva, Monte Pruna, S'Alghentarzu, Torre Argentina ecc.).

Le mineralizzazioni di Uri ricadono maggiormente nelle ultime due tipologie descritte. Aggiungiamo anche che data la limitata estensione di queste mineralizzazioni, tra l'altro disperse in piccoli e distanti cantieri l'estrazione del minerale è sempre stata a carattere limitato e di bassa importanza industriale.

I Minerali del territorio di Uri

Argille refrattarie e smettiche, Manganese (Pirolusite), Ferro, Wolframio, Piombo, Zinco, Rame, Argento e Oro.



Bibliografia

Archivio EMSA-Progemisa.

Rivista del servizio minerario: anni 1941-1942-1943-1945-1946-1947-1948-1949-1950-1951-1952-1953-1954.

DERIU MICHELE "Giacimenti manganesiferi della regione di Bosa" - Rendiconti Soc. Min. ita, anno IX, 1953.

ZUFFARDI PIETRO "Alcune caratteristiche dei giacimenti sardi".

PITTAU MASSIMO "Dizionario della lingua sarda. Fraseologico ed etimologico" - 2 volumi, Cagliari, 2000 e 2003.

Carta Geologica 1:50.000, Foglio n. 459, Sassari.

Carta Geologica della Sardegna 1:200.000, 1997.

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