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Il territorio di Perdasdefogu è noto sin dalla metà dell'800 per la presenza di giacimenti minerari antracitiferi e ferriferi; quelli antracitiferi furono oggetto di modesti lavori di ricerca atti a mettere in luce gli strati produttivi, i quali però ebbero minor fortuna rispetto a quelli delle più note miniere di Fundu 'e Corongiu (Seui) e di Ingurtipani (Seulo). Per quel che riguarda gli strati ferriferi diversi permessi si alternarono ai primi del '900 per la ricerca del cosiddetto Ferro dei Tacchi. La Storia Notizie sul territorio di Perdasdefogu si hanno dal Conte Alberto della Marmora il quale nel 1847 venne accompagnato da un certo Sig. De Vecchi in una zona posta a nord del paese di Perdasdefogu, presso la vallata di Ortu Mannu, dove tra gli scisti paleozoici affioravano strati di una sostanza carboniosa. Qualche anno prima, nel 1844 presso l'area di Is Alinus (o Sa Costera de Is Alinus ) fu il Cav. F. Mameli a realizzare una trincea di 14 metri con 2 metri di galleria ed un pozzo sul pendio di una collina. Anche Candido Baldracco nel suo trattato del 1854, descrive alcuni indizi a solfuri di antimonio in una località di Perdas detta Battista Mulas, a tre quarti d'ora (a cavallo) a sud del paese; il Baldracco descrive anche la geologia del sito di S'Arcu de su Ureu dove qualche anno addietro il Mameli eseguì pochi scavi per antracite; altri scavi per la ricerca dell'antracite vennero effettuati in località Sa Fighixeddu des Ortu. Nel 1861 l'Ing. Eugenio Marchese del Corpo delle Miniere affermava che i terreni carboniferi presso i villaggi di Seui e Perdas de Fogu non avevano alcuna importanza industriale, sia per la breve estensione del giacimento, composto da piccoli strati separati e sconvolti dalle masse porfiriche e sia per l'isolamento del luogo che avrebbe reso antieconomica la produzione e il trasporto del minerale. La storia delle miniere di Perdasdefogu riprende ai primi del '900, in quanto nell'area si alternarono diversi permessi di ricerca per ferro; in particolare dal 1915 vennero realizzate diverse trincee e pozzetti nei permessi di Riu Meli, Sena, S'Arcu Mannu, Serra sa Mira, Abbafrida e San Salvatore. Nel 1919 vennero realizzati diversi lavori nei per permessi di ricerca di Riu su Luda e Nuraghe San Pietro, per mettere in luce diversi strati di antracite; a Riu su Luda operava la Soc. dell'Antimonio la quale concentrò le ricerche su uno strato di antracite potente 1,5 metri, alternato a scisti carboniosi. Nel permesso di Nuraghe San Pietro di proprietà del Cav. Enrico Satta di Sadali, vennero tracciate diverse gallerie e trincee atte a stabilire la continuità del giacimento antracitifero sul quale insistevano diversi dubbi di natura economica. Nel 1922 il Decreto del 30 gennaio del Ministro dell'Agricoltura accordò per 25 anni la facoltà di coltivare il giacimento di antracite; la concessione Nuraghe San Pietro venne accordata con la clausola che entro 2 anni doveva essere dimostrata la potenzialità del giacimento, tale da giustificare la costruzione di una teleferica lunga 22 km che permettesse il trasporto del minerale fino al mare. Nel 1924 erano attive le ricerche sia nella miniera di Nuraghe San Pietro che nella ricerca di Riu su Luda dove mediante 2 gallerie venne esplorato uno strato di antracite costante nello spessore e nella qualità. Un certo quantitativo di antracite estratta rimase nei piazzali a causa della mancanza di viabilità e strade di accesso per i trasporti. Solo un anno dopo la miniera di Nuraghe San Pietro risultava inattiva e venivano eseguiti solo lavori di manutenzione. Nel permesso di Riu su Luda invece venne prolungato il ribasso e la galleria Garau Inferiore, posta a sinistra dell'omonimo rio. Per la ripresa dei lavori bisogna attende il 1934, anno in cui venne accordato un nuovo permesso di ricerca per antracite ai Sigg. Satta, Massavelli e Scaglia; un'altro permesso di ricerca sempre per antracite venne accordato al Dott. Enrico Pernis in località Abbamessi. Nel 1937 il permesso di ricerca Nuraghe San Pietro passò alla Compagnia Mineraria Veneto Sarda, già proprietaria delle miniere di Seui e Seulo, la quale realizzo anche una piccola polveriera, un edificio per gli operai e una strada lunga 6 km. Dal mese di aprile del 1938 tutte le ricerche vennero sospese sia nel permesso di Nuraghe San Pietro che in quello di Abbamessi. Dall'anno successivo i permessi furono inattivi. La Geologia e il Giacimento Il bacino carbonifero di Perdasdefogu si sviluppa per circa 2000 ettari a Nord ed ad Ovest del paese, soprattutto nella profonda valle del Rio su Luda il quale scorrendo da N/E a S/O ha inciso profondamente il territorio distruggendo in parte il giacimento antracitifero e separandolo in 2 parti. La formazione antracitifera risulta composta da uno strato di antracite (variabile tra 1 e 1,5 metri) in alternanza a calcari più o meno silicizzati, arenarie quarzifere (utilizzate a suo tempo come pietra molare), scisti ardesiaci e liditi, il tutto coperto da colate di porfidi permiani, puddinghe del triassico e calcari del giurese (tacchi). La superficie fruttifera del giacimento venne calcolata pari a 1500 ettari. L'antracite estratta dalla miniera di Nuraghe San Pietro venne analizzata e classificata come carbone magro stratiforme, con frattura nera lucente concoide, peso specifico 1,5, potere calorifico variabile tra le 4430-7640 calorie, con basso contenuto in ceneri (8,51%) e in zolfo (0,84%); tale carbone era considerato ottimo per stufe, ma anche buon combustibile per usi metallurgici negli altiforni in sostituzione al coke. Classificazione del carbone fossile: A seconda dell'età e del grado di fossilizzazione si distinguono le seguenti qualità di carboni fossili: Antracite: È il carbone di formazione più antica. È nero con lucentezza quasi metallica, brucia perfettamente con fiamma corta, ha potere calorifero di 7700-9200 kcal/kg. Litantrace: Ha potere calorifero di 7200-7900 kcal/kg. Si distingue in Litantrace a lunga e corta fiamma con diversi sottoprodotti. Lignite: È un combustibile povero (potere calorifero 5500-7200 kcal/kg) che si impiega solo nelle vicinanze del luogo di estrazione. Torba: È il carbone più recente, che si trova in zone acquitrinose chiamate torbiere. Ha un potere calorifero di 3000-4500 kcal/kg ed è quindi un combustibile di scarso valore. Ora le miniere di antracite di Perdasdefogu risultano abbandonate e pur essendo all'interno del bellissimo Parco Santoru, che ospita importanti testimonianze archeologiche, naturalistiche e paleontologiche, non sono oggetto di percorsi turistico-culturali. Alcuni caseggiati della miniera passarono a proprietà privata e furono restaurati, gli altri rimasero in stato di abbandono (es. polveriera, forgia); una galleria venne chiusa con un cancello metallico, ed all'esterno venne posizionato un cartello ad opera del Gruppo Grotte Ogliastra che è in definitiva l'unico riferimento del territorio di Perdasdefogu sul tema. Ci auguriamo inoltre che l'inaugurazione di una futura mostra naturalistica (fossili, minerali, insetti, conchiglie, animali impagliati) permanente del territorio allestita e curata dal Gruppo Grotte Ogliastra, presso l'edificio delle ex-scuole possa dare nuova linfa alle antiche miniere di antracite. Questa scheda è stata realizzata anche grazie al prezioso aiuto del Gruppo Grotte Ogliastra (mail: ggogliastra@tiscali.it) nelle persone di Giancarlo, Gianni, Luigi e Mario. Bibliografia Archivio EMSA-Progemisa. Rivista del servizio minerario. DELLA MARMORA ALBERTO "Itinerario dell'Isola di Sardegna" - Cagliari - Tip. di A. Alagna, 1874. BALDRACCO CANDIDO "Cenni sulla costituzione metallifera della Sardegna" - Torino - Tip. di G. Marzorati, 1854. MARCHESE EUGENIO "Cenno sulle ricchezze minerali dell'Isola di Sardegna" - Cagliari Tip. di A. Timon, 1862. BARTOLO G., CARTA G.C., LECIS A, PRASCIOLU L., ZANDA G. "Perdasdefogu (Foghesu) Ambiente Tradizioni Grotte" - Gruppo Grotte Ogliastra - Editrice S'Alvure, 1998. FOIS S. "Note geologiche-minerarie sul bacino carbonifero di Perdasdefogu" - Iglesias, Tip. Atzeni & Ferrara, 1939. BINAGHI R., BRUNDO A. "Sui combustibili sardi, con speciale riguardo a quelli del bacino di Perdasdefogu (Ogliastra), nota II" - Estratto da Annali di Chimica Applicata Vol. 18 - Roma, 1928. FADDA ANTONIO FRANCO "Sardegna, Guida ai tesori nascosti" Edizioni Coedisar - Cagliari, 1994. Carta Geologica della Sardegna 1:200.000, 1997. Questa pagina ? stata visitata 64710 volte |
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