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Sa Roja de s'Alumu (la valle dell'allume) è un sito minerario molto antico posto alla periferia di Segariu e vi si accede dalla S.S. 547 attraverso una strada (asfaltata nel primo tratto) che attraversando la località di Costa Andreana sotto su Casteddu, conduce fino ad un edificio ricettivo, ora chiuso; da qui un breve sentiero in mezzo al bosco conduce alla Grotta dell'Allume. Nella zona di Rocca su Casteddu erano presenti sia le rovine di un castello medioevale (ora scomparso) edificato in cima ad un colle calcareo, e sia i ruderi di una costruzione che univa il castello alla grotta dell'allume, all'interno della quale furono rinvenuti vari oggetti e monete d'argento e di rame di probabile epoca romana. Sin dall'antichità era noto che all'interno di questa e altre grotte, nel periodo invernale trasudasse un sale che poi rapprendeva come efflorescenza, solidificandosi in un minerale bianco, duro e poroso. A fine dell'800 il generale Alberto della Marmora descrisse nel suo celebre "Itinerario dell'Isola di Sardegna" la presenza di diverse grotte naturali tapezzate di croste di solfato di allume all'interno delle "trachiti" anfibolitiche che caratterizzavano quel territorio; queste grotte avevano secondo il Lamarmora notevoli affinità con quelle della Tolfa presso Civitavecchia. I giacimenti di alunite dei Monti della Tolfa presso Allumiere, vennero scoperti intorno al 1460, ad opera di un funzionario dello Stato Pontificio, Giovanni da Castro, e proseguirono per quasi 500 anni fino a che la Società Montecatini, detentrice della concessione non chiuse gli impianti nel 1941 per antieconomicità del processo. Leggi anche: Già ai tempi del generale Della Marmora l'allume naturale aveva scarsa importanza industriale e commerciale essendo facilmente ottenibile chimicamente e con poca spesa. Altre importanti informazioni su questo antico sito di estrazione sono descritte da Candido Baldracco nel 1854, il quale però non lo potè visitare di persona; egli cita la descrizione del generale Della Marmora, delle grotte di origine vulcanica incrostate di allume e anche del fatto che questo prodotto fosse noto sin dall'antichità e venisse probabilmente esportato nel Medioevo. Da una memoria del 31 agosto del 1764 il vicerè Bailio della Trinità propone al Regio Governo l'attivazione di quelle miniere di allume avendone testato l'elevata qualità, superiore anche al prodotto estratto da Pozzuoli, Civitavecchia, Lancastro e Smirne. Le prove di qualità vennero effettutate in un laboratorio di Torino e venne anche suggerito il prezzo che doveva essere non inferiore alle 8 lire al rubbo (antica unità di misura di massa equivalente a circa 8000-9000 kg) pari al valore commerciale del pregiato allume romano. Nel 1764 un certo Nitard chiedeva il privilegio per 25 anni per coltivare una cava di allume che non ebbe però seguito. Nel 1775 il Cavaliere Belly racconta al Vicerè di avere visitato nel territorio di Segariu, presso la località di su Casteddu, alcune grotte in cui si produceva sale di rocca alluminoso che veniva raccolto e venduto a Cagliari; altre due grotte tra Furtei e Guasila producevano maggiore quantità di allume. Tali miniere si presentavano al tempo in stato di semiabbandono nonostante le potenzialità date dal prodotto. In tempi recenti il sito minerario fu utilizzato come ricovero per le pecore da alcuni pastori e ora si presenta in totale stato di abbandono anche se gli abitanti di Segariu ne conoscono l'antica storia; recentemente la protezione civile di Segariu sta cercando di realizzare i sentieri per valorizzare e far conoscere questa zona poco nota ai più. La Geologia L'area in esame è caratterizzata da affioramenti terziari costituiti da rocce sedimentarie e rocce vulcaniche; le rocce sedimentarie che affiorano in prossimità del paese di Segariu sono attribuibili al miocene inferiore con i calcari di Villagreca e le marne, arenarie, siltiti e conglomerarti della Formazione della Marmilla; le rocce vulcaniche che affiorano a sud del paese, oltre ai rilievi di Coronas Arrubias, sono costituite da prevalenti andesiti anfibolitiche e loro prodotti associati dell'oligocene superiore (andesiti anfibolitiche di Monte Mannu); La miniera d'oro di Santu Miali in territorio di Furtei fu impostata proprio all'interno di queste vulcaniti. L'allume di rocca, noto anche come Alunite o Kalinite è un solfato dodeca-idrato di alluminio e potassio e si forma in rocce vulcaniche feldspatiche come probabile prodotto di attività solfatariana. Utilizzi L'allume è un sale potassico che si presenta come polvere cristallina bianca, solubile in acqua a caldo, non tossica né irritante; in passato rivestiva una notevole importanza soprattutto nelle industrie tessili nelle quali era usato come fissatore per i colori e nella lavorazione della lana; si usava anche nelle industrie della carta, nella lavorazione delle pelli e in medicina per le sue capacità emostatiche. In Sardegna era utilizzato per la tintura di lana, cotone, seta e lino. L'allume veniva utilizzato nella mordenzatura della lana e permetteva alle sostanze coloranti solubili in acqua e contenute nel bagno di colore di fissarsi in maniera indelebile sulle fibre. Questa scheda è stata realizzata anche grazie al prezioso aiuto di Stefania Mascia, Guida AIGAE della Regione Sardegna. Bibliografia BILLOWS E. "I minerali della Sardegna e i loro giacimenti" - Estratto dal volume sardegna Mineraria, Cagliari , 1941. BALDRACCO CANDIDO "Cenni sulla costituzione mineraria della Sardegna" - Tipografia di G. Marzorati - Torino, 1854. DELLA MARMORA ALBERTO "Itinerario dell'Isola di Sardegna vol I-III" - Edizione Anastatica - Trois, 1868. Carta Geologica in scala 1:100.000, Foglio n. 226, Mandas. Carta Geologica in scala 1:50.000, Foglio n. 547, Villacidro. Carta Geologica della Sardegna 1:200.000, 1997. Questa pagina ? stata visitata 62119 volte |
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