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(Miniere di Villasalto-Armungia-Ballao)
Miniera di Corti Rosas

Miniera di
Villasalto-Armungia-Ballao

  1. Fluminimaggiore
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  3. Sardegna centrale
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  7. San Vito - Villaputzu
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  9. Arburese (Arbus)
  10. Iglesias-Gonnesa
  11. Iglesias-Marganai (Domusnovas)
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  13. Sulcis (alto e basso)
  14. Salto di Gessa (Buggerru)
  15. Barbagia - Alto Sarcidano
  16. Gerrei - Parteolla
  17. Monte Albo (Lula)
  18. Silius
  19. Ogliastra
  20. Orani - Nuorese
  21. Sassarese
  22. La Maddalena - Gallura
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La miniera di Corti Rosas è raggiungibile da Ballao percorrendo la strada per Escalaplano. Dopo circa 1,5 km si svolta a destra, come indicato da un cartello segnaletico, e si prosegue su una strada asfaltata per 2 km. La miniera di Corti Rosas è la seconda miniera antimonifera più importante dopo quella di Su Suergiu, con la quale per un lungo periodo ha rappresentato un unico complesso industriale.

Presso il sito minerario è presente un importante area archeologica denominata Funtana Coperta dove è possibile visitare un Pozzo Sacro di notevole interesse.

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La Storia

Nel 1796 l'ingegnere piemontese Belly per primo segnalò la presenza della stibina in questo sito.

Nel 1897 la concessione venne affidata prima ai Sigg. A. Pobonsy ed a H.R. Lewis, poi a J. Hilleard e W. Griffiths.

Nel 1908 la concessione passò alla Soc. Anonima Miniere e Fonderie di Antimonio, che possedeva anche la miniera di Su Suergiu a Villasalto.

Il periodo di grande attività va collegato al periodo fascista ed alla politica autarchica inaugurata dal Duce. Il fatto che in quel periodo storico l'antimonio avesse un valore strategico spinse il governo a investire nella miniera, costruendo un importante impianto di flottazione che permise l'aggregazione degli operai e delle loro famiglie in un bel villaggio.

In tale periodo, gli anni '30, le miniere di Corti Rosas e Su Suergiu arrivarono ad impiegare un migliaio di operai, ma la fretta di produrre senza tenere conto del reale valore di mercato del minerale si rivalse sulle miniere stesse nel secondo dopoguerra.

Il 2 dicembre 1941 venne concessa in perpetuo la concessione mineraria all'AMMI Spa per 344 ettari di superficie.

La miniera di Corti Rosas fu costretta ad una prima chiusura negli anni '60.

In realtà la mineralizzazione a Corti Rosas si dimostrò piuttosto regolare e permise di continuare l'attività estrattiva fino agli anni '70, dopodichè venne chiusa.

Con l'istituzione del Parco Geominerario della Sardegna la miniera di Corti Rosas fu in parte interessata da lavori di valorizzazione e riqualificazione a fini turistici. Alcuni edifici furono consolidati e restaurati per poter accogliere attività ricettive, ma la cattiva gestione e un nuovo abbandono, decretarono un nuova fine del sito minerario che ora resta in balia dei vandali.

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Edifici della miniera

Il forno del pane, costruito per far fronte alle necessità del villaggio.

L'edificio che ospitava i compressori e il generatore elettrico presso l'imbocco della galleria.

La foresteria posizionata sopra la galleria d'accesso ai cantieri sotteranei, il Ribasso.

La laveria, un grande edificio in precarie condizioni i cui arredi ed impianti sono stati completamente asportati dopo la chiusura della miniera negli anni '70. La laveria della miniera nel 1955 arrivò a trattare il grezzo proveniente dalle miniere di Su Suergiu e di Martalai. Nel 1965 la laveria disponeva anche di un impianto di Sink and Float che permise di aumentare la capacità di trattamento da 40 ton/giorno a 100 ton/giorno.

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Giacimento

A Corti Rosas si coltivavano le vene di stibina e scheelite al contatto tra scisti e calcari paleozoici. La direzione delle mineralizzazioni era Nord 70° Ovest, coltivate nei cantieri di Perre Conche, Terra Muscai e Sedda Bingias. Il giacimento di Corti Rosas può essere classificato come di tipo idrotermale, "di frattura" e legato all'Orogenesi Ercinica.

Minerali segnalati nella miniera di Corti Rosas

Antimonio nativo, Antimonite, Arsenopirite, Barite, Bornite, Calcite, Calcopirite, Cetineite, Chermesite, Diopside, Fluorite, Marcasite, Pirite, Quarzo, Sheelite, Stibiconite, Senarmontite, Valentinite, Wollastonite.

Altre vecchie miniere del territorio di Ballao

S'Arruaxu (Giacimento di antimonio tra Ballao ed Escalaplano scoperto ed accordato in concessione a A. Ponsonby e H.R. Lewis, nel 1895).

Monte Lantini (Vecchie ricerche per Fluorite a 2,5 km est rispetto a Ballao).

Monti Marracconis (Vecchia coltivazione di antimonio della ditta C. Laghi presso Escalaplano).


Bibliografia

FADDA ANTONIO FRANCO "Sardegna, guida ai tesori nascosti" - Cagliari, Ed. Coedisar, 1994.

MEZZOLANI SANDRO e SIMONCINI ANDREA "Sardegna da Salvare. Storia, Paesaggi, Architetture delle Miniere" VOL XIII. Nuoro, Ed.Archivio Fotografico Sardo, 2007.

CAVINATO A. "Valentinite della miniera di Ballao" - Rend. R. Accademia dei Lincei, 1937.

SELLA QUINTINO "Relazione sulle condizioni dell'industria mineraria in Sardegna" 1871.

Carta Geologica 1:25.000, Foglio 226 Mandas, 1959.

Carta Geologica della Sardegna 1:200.000, 1997

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