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(Miniere di Fluminimaggiore)
Miniera di Terras Nieddas

Miniera di
Fluminimaggiore

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La miniera di Terras Nieddas è ubicata a breve distanza dalle Grotte di Su Mannau; arrivando da Iglesias si prende la S.S. 126 in direzione Fluminimaggiore, e circa a metà strada si trova la svolta a sinistra per le Grotte. Arrivati al parcheggio di Su Mannau, qualora non si disponesse di un fuoristrada si deve intraprendere a piedi una strada sterrata che dopo qualche km attraversa i cantieri minerari di Terras Nieddas.

La Storia

Nel 1861 i Sig. Antonio Matzè e Francesco Seruis Congiu chiesero al Governatore di Cagliari l'autorizzazione a ricercare la galena nell'area di Su Mannau nel Fluminese. Qualche anno dopo fu Antonio Sbressa (funzionario pubblico Cagliaritano) ad ottenere i permessi di ricerca delle località: Sa Serra di Fromighedda, Su Scioppadroxu, Sa Serra de Sa Strovina e Monti Becciu in territorio di Fluminimaggiore.

Nel 1873 il permesso di ricerca venne affidato alla Società Sarda, rappresentata dal Cav. Gaetano Rossi, dopo il decesso di Enrico Serpieri (imprenditore minerario e fonditore nel fluminese, possedeva una fonderia in località Men'e Ferru).

E' in questo periodo (1877) che la Società Anonima Generale delle Miniere si interessa dell'area mineraria saggiando i filoni mineralizzati di Cuccuru sa Mena, Is Truiscus e Arrus Crabinus. La Società è diretta dall'Ing. tedesco Enrico Ring, proprietario anche della miniera di Perd'e Fogu, a Nord - Est di Fluminimaggiore.

Nel 1890 la miniera viene ceduta alla The United Company Limited, e ai primi del '900 estesa a minerali di zinco e venduta alla Soc. Pertusola Limited. p>

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La miniera di Terras Nieddas venne quindi dichiarata scoperta nel 1877, mentre la concessione venne rilasciata nel 1887.

La coltivazione interessò le mineralizzazioni calaminari situate nei calcari dolomitici e ceroidi; si coltivò in sotterraneo ed a cielo aperto alla ricerca di minerali di piombo, zinco ed argento. Venne inoltre realizzata una piccola laveria dotata di crivelli, alimentata dalla grande quantità d'acqua della sorgente di Su Mannau. Nella miniera isolata vi lavoravano molti continentali, tra minatori, boscaioli e carbonai, tutti accampati in modeste baracche o giacigli di frasche.

Verso la fine dell'800 iniziarono a presentarsi diverse problematiche: mancanza di materiale per la coltivazione (dinamite, sacchetti per il minerale, foraggio per i cavalli) e molto più importante la Società risultava in ritardo con i pagamenti salariali, causando parecchi malumori tra i dipendenti; inoltre nel 1876 era stata costruita una cantina che forniva i generi alimentari, ma allo stesso tempo detraeva il costo degli stessi direttamente dalla paga degli operai. In quegli anni alle dipendenze c'erano circa un'ottantina, tra minatori, manovali, carpenteri, comprese 11 ragazze ed un ragazzo ai crivelli.

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Il 17 maggio del 1883 venne aperta la strada Fluminimaggiore - Iglesias, che togliendo finalmente dall'isolamento il fluminese, consentì il trasporto del minerale direttamente ad Iglesias, evitando il trasporto via mare dal porto di Portixeddu.

Nel 1890 la miniera passò al Gruppo Henfrey, e nel 1907 alla Società Pertusola, la quale investì i propri capitali per costruire un tratto ferroviario che collegasse Terras Nieddas alla moderna laveria di Su Zurfuru.

Nel 1969 la miniera passa alla Società Piombo Zincifera Sarda, che ne sancisce la definitiva chiusura.


Il giorno 27 giugno del 1881, alle ore 8:45 pomeridiane, segna il decesso del vagonista Silverio Busi di Lama Mocogno (Modena), morto nel bacino di raccolta acqua della miniera.


I minerali di Terras Nieddas

Emimorfite, Galena argentifera.


Bibliografia

MURTAS ALBERTO e BRUNO "Piccole Antiche Care Miniere...Da Gutturu Pala a S'Acqua Bona" - Quaderni di storia Fluminese n.4 - Carbonia 2000.

FADDA ANTONIO FRANCO "Sardegna, Guida ai tesori nascosti" - Ed. Coedisar, Cagliari 1994.

SELLA QUINTINO "Relazione sulle condizioni dell'industria mineraria in Sardegna" 1871.

Carta Geologica 1:25.000 Capo Pecora-Guspini, Foglio 224-225.

Carta Geologica della Sardegna 1:200.000, 1997.

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