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(Miniere di Fluminimaggiore)
Miniera di Tinì (o Tiny)

Miniera di
Fluminimaggiore

  1. Fluminimaggiore
  2. Gonnosfanadiga-Villacidro
  3. Sardegna centrale
  4. Monte Narba (San Vito-Muravera)
  5. Salto di Quirra - Gerrei
  6. Nurra (Alghero) e Planargia
  7. San Vito - Villaputzu
  8. Rio Ollastu (Burcei)
  9. Arburese (Arbus)
  10. Iglesias-Gonnesa
  11. Iglesias-Marganai (Domusnovas)
  12. Monte Arci (Pau)
  13. Sulcis (alto e basso)
  14. Salto di Gessa (Buggerru)
  15. Barbagia - Alto Sarcidano
  16. Gerrei - Parteolla
  17. Monte Albo (Lula)
  18. Silius
  19. Ogliastra
  20. Orani - Nuorese
  21. Sassarese
  22. La Maddalena - Gallura

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La miniera di Tinì (o Tiny), posizionata tra Fluminimaggiore e Domusnovas è raggiungibile da entrambi i paesi. Partendo da Domusnovas è necessario prendere la strada che porta verso Nord alla miniera di Sa Duchessa, e poi da qui proseguire attraverso i boschi dell'Oridda; la strada bianca un pò sconnessa in più punti permette di raggiungere sia i cantieri minerari di Tinì che quelli della più nota miniera di Arenas.

La Storia

Già nel 1870 l'area mineraria di Tinì veniva esplorata alla ricerca dii minerali di Piombo e Zinco.

Nel 1890 la miniera venne dichiarata scoperta e vari proprietari si avvicendarono negli anni seguenti; prima B. Costa, poi il Cav. Merello fino al 1924.

Nel 1924 la miniera venne ceduta ai Sigg. A. Pazzini e L. Pitchen di Domusnovas che abbandonarono i lavori in breve tempo, fino alla scoperta del filone quarzoso San Giuseppe mineralizzato a galena.

Negli anni '30 si succedettero prima la Società Monteponi, a cui si deve la costruzione degli impianti di trattamento più importanti, poi la Società Monteponi - Montevecchio (dal 1940 al '62).

Nel 1971 la miniera venne affidata alla Società Piombo Zincifera Sarda che la unificò alla limitrofa miniera di Arenas, ma 10 anni dopo la miniera fu definitivamente chiusa.

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Ora a distanza di 30 anni dalla cessazione dell'attività mineraria, della miniera di Tinì restano alcuni edifici, parte dei quali è stata restaurata per essere utilizzata dalla Forestale; altre strutture, come la laveria attende di essere bonificata (amianto) e di essere resa quindi fruibile.


I minerali di Tinì

Andradite, Antimonio nativo, Arsenico nativo, Arsenopirite, Auricalcite, Azzurite, Bauxite, Bismite, Bismuto nativo, Brochantite, Calcocite, Calcopirite, Caledonite, Cerussite, Connellite, Covellite, Crisocolla, Cuprite, Dufrenite, Emimorfite, Gesso, Goethite, Idrozincite, Leadhillite, Litargirio, Melanterite, Piromorfite, Spangolite, Tetraedrite, Vesuvianite, Wollastonite, Grossularia, Lanarkite, Limonite, Malachite, Massicotite, Plancheite, Plumbojarosite, Smithonite, Uvarovite, Zolfo.


Bibliografia

STARA P., RIZZO R., TANCA G.A. "Iglesiente - Arburese, Miniere e Minerali, Vol 1" - Edizione associazione e gruppi mineralogici italiani.

FADDA ANTONIO FRANCO"Sardegna, Guida ai tesori nascosti" - Ed. Coedisar, Cagliari 1994.

SELLA QUINTINO "Relazione sulle condizioni dell'industria mineraria in Sardegna" 1871.

Carta Geologica 1:25.000 Capo Pecora-Guspini, Foglio 224-225.

Carta Geologica della Sardegna 1:200.000, 1997.

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